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Tango Podcast in Italiano – Numero 158 – Decadenza del machismo nel tango I

FAITango ed Ernesto Valles presentano questo podcast con materiale a scopo didattico, e senza fini di lucro, per la diffusione della cultura del tango
In questa puntata parliamo di come cambiano le parole dei tanghi appartire dal 1917.

Potete ascoltare i seguenti brani:

Que Vachaché – Elba Berón con Cuarteto A Puro Tango;
La Mina Del Ford – La Chicana;
Julian – Rosita Quiroga;
Gloria – Donato Racciatti canta Nina Miranda;
Mama, Yo Quiero Un Novio – Olga Del Grossi, Julio Cobelli e Waldemar Metediera;
Arrabalero – Carlos Gardel;
Pero Yo Sé – Ariel Ardit.

Cortina iniziale: Junto a Bach en Leipzig – Nestor Vaz Tango Trio.
Sottofondo: Pero Yo Sé – Hugo Diaz

Durata: 29′:13”

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Podcast pubblicato con il supporto di FAITANGO

AUTORIZZAZIONE SIAE: 3117/I/3001

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3 commenti su “Tango Podcast in Italiano – Numero 158 – Decadenza del machismo nel tango I”

  1. Caro Ernesto,

    mi ricordo che avevi parlato di questa triste storia gia’ tempo fa’, proprio nelle puntate dedicate a Gardel. E tra l’altro ci sono anche prove inconfutabili che del fatto che Gardel
    sapesse pochissimo di francese!
    Chissa’ quanto tempo ancora bisogna aspettare prima che la verita’ venga alla luce….

    Un abbraccio, F.

  2. Ciao Francesco,

    La Chicana è anche uno dei gruppi odierni, che piaciono molto anche a me, pur con delle riserve. Riserve riguardanti le loro “strizzate d’occhio” verso altri generi musicali, che mi sembrano dettate dalla ricerca di un pubblico più vasto che di un vero “amore per l’arte”.

    Per quanto riguarda pasiontango.net, ci sono molti versi di tanghi, ma c’è quantomeno una gravissima imprecisione in quella pagina. E’ ormai dimostrato, basta cercarlo su google, che Carlos Romualdo Gardel, nacque a Tacuarembó, Uruguay, figlio illegittimo del colonello Escayola, potentato politico dell’epoca e di sua cognata adolescente (forse frutto di uno stupro, addirittura), e dunque affidato a una sig.ra, Berta Gardes che lo allevò come una madre, pur dietro una lauto compenso e precise indicazioni di farlo sparire. Ci sono prove, anche fotografiche, inconfutabili che Gardel cursò i suoi studi elementari a Montevideo, per por approdare a Buenos Aires. La storia della nazionalità francese di Gardel è tutta opera del suo agente, Defino, al momento della sua morte per poter mettere le mani sulla sua milionaria eredità.

    C’è una cosa che io non capisco, e che dirimerebbe tutti i dubbi, nonchè renderebbe un grande omaggio alla verità storica. Perchè non fare un esame del DNA dei corpo di Gardel e poi confrontarlo con quello di suo padre? Questa per gli uruguagi è una questione maledettamente seria, tanto seria da aver avuto eco in parlamento, dove è stata promulgata una legge che chiede ufficialmente allo stato argentino di procedere in tal senso. Risposta: no!
    In una zona del mondo dove, giustamente, si chiede di cercare, trovare, scavare i resti dei desaparecidos e poi, logicamente, fare indagini del DNA per il riconoscimento e così non solo dare pace a quei resti, ma anche onorare le verità storiche. Mi chiedo perchè non è possibile fare un’operazione simili con Gardel?
    Ho il maledetto sospetto che molto del castello di carte costruito e mantenuto in piedi durante decenni, venga a cadere e dunque la oposizione alla verità sia soltanto una questione d’interessi economici.

    Saluti

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